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L’igiene dei denti in gravidanza è molto importante. La gravidanza è un vero cambiamento per la donna, il fisico si modifica e anche i denti possono risentire dei mutamenti fisiologici.

Nei nove mesi è importante fare più visite dal dentista perché la gravidanza può influire in modo negativo sui denti della donna. È più provabile che in gravidanza si possano manifestare carie, gengiviti e in generale malattie dentali. Il primo consiglio è di partire dall’igiene, prima regola aurea per combattere questi tipi di problemi. In questo articolo vi fornirò un vademecum per stare più sereni e con denti più sani durante la gravidanza.

Consigli per una corretta igiene dei denti in gravidanza

Denti e gravidanza sono strettamente correlati. Molte donne accusano vari problemi legati ai denti durante la gravidanza. Questo avviene perché molte donne durante l’intera gravidanza non vanno dal dentista, anche se accusano fastidi. Questo è un errore, curare i denti durante i nove mesi si può, sopratutto se i problemi vengono presi in tempo.

La prevenzione è molto importante, questa parte dall’alimentazione e prosegue con una corretta igiene dentale.

  • Per un’alimentazione volta alla prevenzione delle patologie orali vi consiglio cibi ricchi di vitamine, calcio, proteine e fosforo.
  • Riducete il consumo di carboidrati semplici e zuccheri durante i pasti principali e preferire frutta fresca o verdure per eventuali spuntini. Occorre seguire una dieta varia ed equilibrata.
  • Spazzolate i denti tre volte al giorno, dopo i tre pasti principali, con corretta tecnica di spazzolamento per un tempo di 2 minuti e uso costante di filo interdentale.
  • Usate colluttorio senza alcool, nel caso in cui siano presenti gengiviti.
  • Eseguite visite di controllo periodiche durante la gravidanza ed effettuare igiene orale professionale. Le eventuali terapie se necessarie, sono sicure in gravidanza.
  • Evitate le bevande gassate o succhi di frutta.
  • Nel caso di iperemesi gravidica sciacquate la bocca con acqua e bicarbonato e aspettate qualche ora prima di spazzolare i denti.
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Quel sorriso “a zero denti” dei primi mesi di vita diventerà un bellissimo sorriso “a 32 denti”. Come? Prendendo le giuste accortezze e seguendo qualche consiglio dello specialista il vostro bimbo avrà denti splendenti. Sembrerà strano ma occorre pulire i denti dei bambini e la bocca in generale sin dai primi giorni di vita.

Igiene orale nel bambino sin dalla nascita

Come si pulisce la bocca dei neonati? Come far capire ai piccoli l’importanza di lavare i denti? Nei primi sei mesi di vita è utile usare una garza inumidita per pulire la lingua, il palato e le mucose orali del neonato dopo l’assunzione di latte.

Suggerimenti per pulire i denti dei bambini

  • Provvedere alla pulizia dei dentini sin dall’inizio della loro eruzione (6-8 mesi).
    Inizialmente sarà la mamma ad occuparsene, con spazzolino a testina piccola senza dentifricio fino a quando il bambino non sarà capace di sciacquare la bocca.
    Quando il bambino sarà autonomo, inserire piccole quantità di dentifricio (come una lenticchia) e promuovere le corrette abitudini d igiene orale che prevedono lo spazzolamento tre volte al giorno dopo i tre pasti principali (colazione, pranzo e cena) per circa due minuti. Associarlo ad un gioco o a qualcosa che possa divertire o interessare il bambino.

Buoni consigli per pulire i denti dei bambini

  • Evitare la somministrazione di bevande zuccherate o di ciuccio intriso di miele o altre sostanze, specialmente durante le ore notturne, per prevenire la carie da biberon.
  • Familiarizzare con l’odontoiatria pediatrico (la prima visita può essere effettuata già dai primi anni di etàed e’ consigliata intorno ai due anni) per controlli periodici e per effettuare le principali manovre preventive: fluoroprofilassi topica e sigillatura dei solchi e valutazione della presenza di abitudini viziate, come per esempio respirazione orale, deglutizione atipica, uso del ciuccio e succhiamento del pollice, responsabili delle malocclusioni.

Quanti e quali sono i denti dei bambini

I denti decidui bianco latte sono 20 distribuiti nelle due arcate.

  • 2 incisivi centrali
  • 2 incisivi laterali
  • 2 canini
  • 4 molari.

I primi a nascere sono gli incisivi centrali bassi, in genere tra i 3 e i 7 mesi, ma attenzione ogni bambino è a sé e il tempo di comparsa dei dentini può variare. Poi nascono gli incisivi superiori. L’eruzione completa degli incisivi centrali e laterali avviene entro l’anno di vita del bambino.

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La carie da biberon è una vera sindrome che colpisce i denti da latte a causa di cattive abitudini alimentari e scarsa igiene della bocca. I dentini da latte benché la loro natura sia provvisoria sono molto importanti per vari motivi. Conservano lo spazio per i denti definitivi che nasceranno, sono fondamentali per il corretto sviluppo delle ossa mascellari, del processo di deglutizione e del processo di fonazione e di pronuncia.

Cosa è la carie da biberon o baby battle tooth decay?

È una sindrome che colpisce i bambini nella fascia da 1 a 4 anni di età ed è causata da una scorretta alimentazione come per esempio la somministrazione di bevande zuccherate o di ciuccio intriso nel miele o in altre sostanze dolci per calmare bimbi spesso prima di andare a dormire.

Quali sono le cause della carie da biberon?

Cibi zuccherati e una scarsa o assente igiene orale dei denti da latte, favorisce l’attacco di batteri e lo sviluppo della carie detta appunto da biberon, la cui caratteristica è  la rapida evoluzione. La carie da biberon si manifesta come molto aggressiva e colpisce più elementi dentari.

Un altro fattore che mette a rischio i denti da latte è il passaggio dei batteri che causano la carie dalla madre al neonato. Questi passano attraverso la saliva: spesso capita che i genitori o i nonni mettono in bocca il cucchiaio per assaggiare i cibi e vedere se sono troppo caldi o il ciuccio del figlio per inumidirlo o pulirlo, così facendo passano i batteri al bambino.

Cosa comporta la carie da biberon?

Le carie se trascurate possono causare notevoli danni estetici, forti dolori , ascessi ripetuti fino ad arrivare alla distruzione quasi totale del dente che può anche arrivare a dover essere estratto prima del tempo in cui sarebbe avvenuta la sua naturale permuta con i denti permanenti.

Questo se avviene specialmente nel caso in cui il problema sia diffuso a più elementi dentari, arreca gravi danni all’occlusione, alla postura della lingua causando problematiche legate al linguaggio, difetti nella pronuncia e alterazione dei meccanismi di deglutizione.

Come prevenirla?

  • È necessario seguire una corretta alimentazione ed evitare di somministrare sostanze zuccherate tramite biberon o ciuccio e provvedere ad una corretta igiene orale domiciliare del cavo orale del bambino sin dalla nascita.
  • Effettuare controlli periodici dall’odontoiatra pediatrico che saprà identificare precocemente eventuali patologie in atto e porre rimedio tempestivamente evitando inutile complicanze.
  • Cercate di non far entrare in contatto la saliva di vostro figlio con la vostra attraverso l’uso in comune di cucchiai da cucina o di leccare i ciucci.
  • Non immergere il ciuccio in zucchero o miele, ricordate che il miele non va dato ai bimbi al di sotto di un anno.
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L’igiene orale domiciliare è alla base della prevenzione di tutte le patologie orali. Soltanto rimuovendo la placca batterica e i suoi agenti patogeni possiamo evitare l’insorgenza di carie e parodontite e delle loro conseguenze sul cavo orale. Come comportarsi? […]

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’implantologia è una tecnica odontoiatrica che permette di sostituire i denti mancanti con radici artificiali inserite nell’osso (impianti), ricostruendone l’aspetto naturale. Gli impianti dentali possono essere utilizzati per sostituire denti singoli, gruppi di denti oppure l’intera arcata dentale senza bisogno di sostegno […]

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La gravidanza è un momento della vita di una donna in cui avvengono diverse modificazioni in tutto l’organismo. Alcuni di questi cambiamenti avvengono anche a livello del cavo orale.

I cambiamenti ormonali inducono anche delle modificazioni vascolari ed immunologiche che rendono il cavo orale più suscettibile allo sviluppo di alcune patologie:

  • gengivite gravidica
  • carie
  • parodontite
  • epulide gravidica

sono tra le patologie orali più diffuse in gravidanza.

Il ministero della salute nel 2017 ha emesso le linee guida per la prevenzione odontoiatrica in gravidanza,  pertanto si consiglia di eseguire controlli periodici dall’ odontoiatra, di seguire una dieta varia e ricca di frutta e verdura, limitando l’ eccessivo consumo di zuccheri e di carboidrati al di fuori dei pasti principali e di procedere nell’ effettuare accuratamente per tre volte al giorno le normali manovre d’ igiene orale domiciliari utilizzando  uno  spazzolino a setole morbide  e di fare uso di collutorio senza alcool.  tutti i trattamenti odontoiatrici possono essere eseguiti tra la dodicesima e la ventesima settimana di gestazione. L’igiene orale professionale può essere eseguita in qualsiasi momento della gravidanza.

Le future mamme dovrebbero essere informate sulla prevenzione in odontoiatria pediatrica, che inizia già dalla nascita con la promozione dell’allattamento al seno che consente un corretto sviluppo del palato e il coordinamento tra respirazione, suzione e deglutizione. Si dovrebbe procedere ad effettuare la pulizia della bocca del neonato attraverso l’ausilio di una garza sterile e soluzione fisiologica ed evitare che possano instaurarsi le cosiddette “abitudini viziate ” responsabili delle malocclusioni ovvero la suzione del pollice, del ciuccio, la respirazione orale e la deglutizione atipica.

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Per capire in cosa consiste la cura canalare può essere di aiuto conoscere l’anatomia del dente. All’interno di esso, al di sotto del bianco smalto e di uno strato di tessuto duro chiamato dentina, c’è un tessuto molle chiamato polpa. La polpa dentaria, contenuta all’interno del dente, contiene arterie, vene. In seguito ad una carie profonda e relativa contaminazione batterica, oppure in seguito ad un trauma, la polpa va incontro ad infezione e infiammazione: è il quadro, clinicamente spesso doloroso, della pulpite.
L’infiammazione acuta o cronica (ovvero più o meno rapida nella sua evoluzione) si può propagare al di fuori dell’apice della radice dentaria e diffondersi all’osso alveolare circostante provocando lesioni definite come ascesso, granuloma o cisti e visibili in radiografia come un’area scura (rarefazione ossea) intorno all’apice della radice.
In questi casi l’indicazione ad un trattamento endodontico è assoluta, essendo l’unica alternativa all’estrazione dell’elemento in questione.
Un’altra indicazione al trattamento endodontico è il rifacimento di una precedente cura endodontica mal eseguita o fallita: il ritrattamento endodontico.

In cosa consiste il trattamento endodontico?

Il trattamento endodontico consiste nella rimozione del tessuto pulpare sia a livello della corona sia a livello delle radici, e nella sostituzione del tessuto rimosso con un’otturazione permanente in guttaperca e cemento canalare, previa adeguata disinfezione e sagomatura dei canali radicolari. Il dente viene quindi restaurato con una otturazione, un intarsio o una corona per proteggerlo da future eventuali scheggiature o fratture. Una volta restaurato, il dente continua nella sua funzione come un qualsiasi altro dente.

 

Farà male?

Durante il trattamento endodontico il dolore è completamente assente grazie all’anestesia locale e anche là dove questa non venga usata (denti con polpa necrotica o ritrattamenti) il dolore intraoperatorio è inesistente. Un indolenzimento, che può essere soggettivamente più o meno lieve, puo’ essere presente  nei due-tre giorni successivi alla cura canalare. Si può ovviare con un qualsiasi analgesico (tachipirina , oky). In rarissimi casi, in radici particolarmente infette, a causa della mobilizzazione ed al passaggio di batteri oltre apice, può svilupparsi un ascesso, ovviamente doloroso; l’insorgenza di queste complicanze non pregiudica il successo della terapia endodontica iniziata. In questi casi è necessario ottenere il drenaggio attraverso i canali: questo si può ovviamente eseguire ritornando per pochi minuti in studio.

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La carie dentale  è una malattia degenerativa dei tessuti duri del dente (smaltodentina) causata dai batteri, e procede in profondità, fino alla polpa dentale. Appare come una macchia scura che poi andra’ incontro a cavitazione generalmente causata dalla placca batterica adesa alla superficie del dente in condizioni di scarsa igiene orale.   Il sintomo principale è il dolore, che compare però spesso solo quando il processo è sceso molto in profondità, interessando la polpa dentale ( porzione del dente ricca di vasi e nervi ).

Il trattamento prevede l’asportazione del tessuto infetto e la sua sostituzione con materiale adatto, nel caso di coinvolgimento pulpare avanzato, l’asportazione del tessuto pulpare e la sua sostituzione con degli appositi materiali da otturazione canalare (devitalizzazione o terapia endodontica).

L’otturazione del dente è una delle attività che gli odontoiatri svolgono quotidianamente. Il suo obiettivo è quello di eliminare la parte cariata dell’elemento dentale colpito, pulire la zona interessata e infine riempirla con uno specifico materiale che avrà sia finalità protettive che funzionali consentendo il ripristino dell’ elemento dentale danneggiato.

In passato, l’otturazione del dente avveniva tramite l’ausilio di materiali come l’amalgama di argento, mentre in tempi recenti e grazie a più moderne scoperte, finalizzate ad una migliore estetica, si preferisce utilizzare invece il cosiddetto “materiale composito”.

Il principale vantaggio del materiale composito rispetto all’amalgama è essenzialmente il colore, che riproduce fedelmente quello del dente originario. In questo modo, di fatto, l’otturazione del dente non sarà visibile all’apertura della bocca e il dente, alla vista, si presenterà come se fosse naturale e perfettamente integro.

Ovviamente, le otturazioni in materiale composito dovranno rispettare il più possibile il colore naturale e unico del dente.

 

 

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Lo sbiancamento dentale  è indicato per trattare le discromie dentali che possono manifestarsi nel corso della vita di un individuo. A questo proposito, ricordiamo che tali discromie possono essere superficiali (come quelle causate dall’eccessivo consumo di caffè o dal tabacco), oppure più o meno profonde (come quelle causate dall’assunzione di alcuni tipi di farmaci).

Sbiancamento Professionale

Lo sbiancamento professionale deve essere effettuato in ambulatori dentistici  direttamente dall’odontoiatra.
Quando si parla di sbiancamento professionale, ci si riferisce al cosiddetto bleaching , ossia allo sbiancamento effettuato alla poltrona mediante l’uso di agenti chimici sbiancanti che possono essere attivati o meno da eventuali sorgenti luminose (come avviene, ad esempio, nello sbiancamento con laser). Lo sbiancamento professionale e’ un trattamento sicuro, che puo’ avvolte causare fenomeni d ‘ ipersensibilita transitoria ( svanisce in 48h ). Si consiglia di effettuare questo trattamento massimo due volte l ‘ anno per non sottoporre lo smalto dei denti ad eccessivo contatto con gli agenti chimici. fasi del trattamento :

1) foto iniziali

2) viene identificato il colore dentale di partenza di ogni paziente grazie all’ ausilio di una scala colori

3)si mostra il risultato migliore ottenibile

4) SBIANCAMENTO arcata inferiore, dopo averlo effettuato si fa visualizzare al paziente la differenza cromatica con l’ arcata superiore

5) SBIANCAMENTO arcata superiore

6) foto finali

Questo trattamento e’ sconsigliato ai pazienti che soffrono di ipersensibilita’ dentale.

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Il  fluoro e’ alla base della prevenzione della carie, il suo utilizzo è supportato da un’ampia letteratura scientifica ed è riconosciuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dal Ministero della salute italiano. Ma che cos’è esattamente? Il fluoro è un minerale che agisce sullo smalto, lo rende più forte e rallenta la formazione della placca batterica.

La carie è una malattia infettiva causata a batteri presenti nella placca che metabolizzano gli zuccheri presenti nel cavo orale, producendo acidi corrosivi nei confronti dello smalto e della sottostante dentina. Il fluoro aiuta a prevenire la carie rallentando la distruzione dello smalto e accelerando il processo di rimineralizzazione.

Come possiamo assumere fluoro nella nostra alimentazione?

Il fluoro è già presente in moltissimi cibi ed è quindi un’ottima idea assumerli per creare una sorta di scorta interna al nostro corpo che poi tornerà utile anche al benessere dei nostri denti. Il fluoro si trova naturalmente nel pesce, nella verdura, nel thè ma, soprattutto, nell’acqua. Detto questo, il fluoro che possiamo assimilare attraverso l’assunzione di questi cibi non può bastare per proteggere adeguatamente i nostri denti dalla carie. Serve quindi un’aggiunta, un aiuto esterno. Per questo motivo, è bene sottoporsi regolarmente e periodicamente alla fluoroprofilassi.

Che cos’è la fluoroprofilassi?

 

 

La fluoroprofilassi è il metodo di somministrazione del fluoro ed esistono due diverse modalità:
1) La fluoroprofilassi topica
2) La fluoroprofilassi sistemica( goccine)

Quali sono i dosaggi i consigliati nei bambini per la fluoroprofilassi sistemica?

  • 6 mesi – 3 anni: 0,25 mg a giorni alterni
  • 3-6 anni: 0,50 mg a giorni alterni
  • 6-9 anni: 1 mg a giorni alterni
  • 4 gocce corrispondono a 0,25 mg di fluoro

Fluoroprofilassi topica

Consiste nell’assunzione tramite dentifrici, collutori e gel al fluoro, della quantità necessaria di fluoro per aiutare i nostri denti a proteggersi dalla carie. Non è quindi prevista alcuna ingestione di sostanze, bensì soltanto il contatto con materie ricche di fluoro.

Studi scientifici hanno dimostrato che il metodo piu’ efficace e’ la somministrazione topica professionale di gel ad alto contenuto di fluoro , da effettuare dopo accurata seduta di igiene orale professionale (rimozione di  tutta la placca batterica e del tartaro dalla superfice dello smalto e successiva applicazione periodica del gel) che si consiglia di effettuare ogni sei mesi sin dai tre anni di eta’. 

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